Siamo arrivati a Puno, la città affacciata sul lago Titicaca.
Dopo aver trovato l’albergo, ci sono state consegnate le chiavi della camera e, per una volta e una soltanto, una gioia: apriamo la porta e ci sono ben due letti matrimoniali. Senza alcuna esitazione, ognuno ha scelto il proprio e ci siamo messi a dormire, sotto coperte pesanti almeno tre chili.
La mattina seguente ci siamo resi conto che né io né Matteo ci eravamo goduti il doppio letto; eravamo stati entrambi male e, insieme a noi, anche gli altri italiani che avevano fatto l’escursione al Colca canyon… Però il viaggio doveva continuare!
Prepariamo lo zaino, facciamo colazione e siamo pronti per un’escursione di due giorni alle isole del Lago Titicaca.
Questo lago è il più alto navigabile (3812 metri) ed è situato tra il Perù e la Bolivia. Le isole qui presenti sono le Uros (le famose isole galleggianti), Taquile e Amantani, la più grande.
Noi abbiamo optato per l’escursione di due giorni, con pernottamento dai locali all’isola Amantani.
Saliamo su una barchetta a cherosene e partiamo per il nostro tour; prima tappa: le isole Uros. Queste sono definite anche isole galleggianti, in quanto costituite da canne di tortora, che galleggiano e seguono i movimenti dell’acqua. Gli abitanti di questo posto sono gli Uros, un’etnia che molto tempo fa è dovuta scappare in mezzo al lago per via di alcuni conflitti con le popolazioni limitrofe.
Una volta giunti alle isole, ci sono alcune signore pronte ad accogliere i turisti e a far vedere loro come questa popolazione vive: tutte le abitazioni sono costruite con le canne di tortora, gli abitanti indossano vestiti dai colori sgargianti e camminano scalzi, vivono pescando e creando piccoli manufatti tessili e di argilla e… hanno la televisione.
Dopo la visita alle isole, gli Uros ti portano su una loro imbarcazione tipica (a pagamento), che i giovani usano per amoreggiare: le isole sono piccole e andare in mezzo al lago è l’unica soluzione per avere un po’ di intimità con il proprio partner!
A differenza delle altre due isole, queste sono le più turistiche di tutte, infatti tanti tour organizzano la visita solo alle isole Uros, e sembrano perfino un po’ finte; niente a che vedere con Amantani e la sua gente!
Il viaggio prosegue e dopo qualche ora di navigazione arriviamo finalmente ad Amantani.
Questa è l’isola più grande del lago Titicaca ed è anche l’unica dove si può pernottare. Ad accoglierci c’erano i nostri papa e mama, ossia i capi delle famiglie che ci avrebbero ospitato per la notte.
Il nostro papa si chiamava Alfredo e la sua casa aveva una fantastica vista lago.
Dopo un pranzo a base di zuppa e formaggio offerto da Alfredo e sua moglie, una guida ci ha portato ad esplorare l’isola.
La strada era tutta in salita e l’altitudine si faceva sentire; il sentiero centrale dell’isola porta ad un bivio, dove ciascuno poteva scegliere se andare al tempio di Pachamama (Madre Terra) oppure a quello di Pachatata (Padre Terra).
Noi abbiamo deciso di andare al tempio di Pachamama: la guida ci ha spiegato che, una volta arrivati in cima, dovevamo girare per tre volte intorno al tempio ed esprimere un desiderio… Così è stato: prima di tutto la salute (non ci eravamo ancora ripresi dal malessere della notte prima)!
Il sole cominciava a sparire dietro il lago, colorando il cielo di arancione, e l’aria cominciava ad essere fredda. Dopo poco abbiamo ricominciato la nostra discesa, tra una luce sempre più debole e un cielo pieno di stelle.
La sera stessa, sull’isola di Amantani veniva bruciata la strega: gli abitanti avevano creato tre grosse sagome con le foglie di muna e, tra canti e balli, avevano dato loro fuoco. Uno spettacolo davvero senza eguali! E’ davvero sorprendente quanto culture così diverse possano avere piccoli punti in comune (anche in zone come Pavia c’è questa tradizione).
Un volta cenato, siamo andati nella nostra camera per dormire; ad Amantani la notte fa davvero freddo, per cui vi consiglio di portarvi vestiti pesanti che saranno i vostri pigiami. Noi abbiamo addirittura dormito con il giubbetto quella sera!
Il giorno successivo siamo risaliti in barca e ci siamo trasferiti all’isola Taquile. La guida ci ha fatto fare un giro dell’isola a piedi fino alla piazza principale, dove abbiamo assistito ad una parata e nella quale c’erano numerosi mercatini colorati.
Dopo questa piccola sosta, siamo stati portati in un locale dove ci è stato servito del cibo. Il menù del giorno era la trota del lago Titicaca.
Ero un po’ titubante nel mangiare pesce, visti i giorni precedenti, ma mi sono dovuta ricredere; la trota era davvero squisita e con essa ci è stata servita anche una zuppa a base di verdura.
La nostra escursione era terminata; con la barca siamo rientrati al porto e siamo tornati in hotel.
Dovevamo riposare perché il giorno dopo avremmo dovuto fare una lunga tratta in pullman e andare verso la città di Cusco.
Consiglio pratico per chi decide di farsi ospitare dai locali
Le agenzie turistiche da cui prenotate le escursioni pagano i mama e i papa di Amantani davvero poco per ospitare i turisti; loro sono davvero gentili e sempre disponibili per gli ospiti, quindi sarebbe carino lasciargli una piccola quota per aiutarli nella loro vita quotidiana. Basta davvero poco e loro ve ne saranno molto grati!
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