La mattina successiva, dopo una sveglia all’alba e una colazione veloce, il pullman è passato a prenderci e ci ha portato al canyon del Colca.
Lungo la strada ci siamo fermati in due piccoli paesi dove abbiamo potuto comprare qualche souvenir e ammirare danze tipiche peruviane.
Abbiamo passato circa un’oretta in pullman, tra paesaggi meravigliosi e terrazzamenti che diventavano sempre più profondi e scomparivano al di sotto della strada.
Il canyon del Colca è famoso non solo per la Cruz del Condor (la croce alla quale si arriva al termine del percorso lungo il canyon), ma soprattutto per un aspetto naturalistico; infatti questo non è solo uno dei canyon più profondi del mondo, ma ospita anche i condor, enormi uccelli che sfruttano le correnti di aria calda e fredda per innalzarsi nel cielo e scendere in picchiata sulle teste di turisti affascinati dal loro spettacolo.
Una volta arrivati al canyon, siamo scesi dal pullman e la guida ha iniziato a guidarci lungo il percorso.
Il paesaggio lascia davvero senza parole; tuttavia l’atmosfera è stata un po’ rovinata dalle continue urla della guida che aveva fretta di portarci fino alla fine del percorso e che non ci ha permesso di goderci a pieno l’escursione.
Il sentiero che abbiamo percorso costeggiava il profondo canyon. Da lì a poco, tra enormi cactus e piante grasse, gli imponenti condor avrebbero volato sopra le nostre teste… Eccone uno, poi un altro e un altro ancora. Sembravano aeroplani che sparivano nella luce accecante del sole per poi sfrecciare in picchiata nell’oscurità del canyon. Quando il vento si calmava, si poteva perfino sentire il suono delle loro ali tagliare l’aria.
Uno spettacolo davvero indimenticabile!
Proseguendo lungo il percorso, siamo arrivati, per la gioia della guida, alla Cruz del Condor. La croce non è soltanto un monumento dedicato a questi strepitosi animali (che oggi è sempre più difficile avvistare per via dell’inquinamento e del turismo di massa), ma è anche il punto di partenza per raggiungere un mirador, dal quale si può apprezzare meglio la bellezza e la magia di questo posto.
Quando siamo andati noi, il monumento era davvero molto affollato… si faticava persino a fare una foto davanti ad esso senza che estranei vi comparissero; però consiglio a chi va in Perù di dedicare almeno un giorno alla visita di questo posto: vi lascerà sicuramente un ricordo indelebile nella memoria e sarà anche divertente raccontare di come i condor vi hanno sfiorato la testa!
Per poter accedere al canyon bisogna essere in possesso del boleto turistico (costa all’incirca 70S); generalmente non è compreso nei tour che le agenzie propongono e quindi deve essere pagato a parte.
Al rientro dall’escursione, la guida ci ha accompagnato a pranzo in un ristorante a buffet… Questo è stato l’inizio dei nostri problemi!
Noi, ignari di ciò che ci sarebbe capitato, eravamo talmente affamati che subito ci siamo buttati su portate di qualsiasi tipo e genere (tranne verdura cruda… non si sa mai); dopo aver pranzato, ci siamo imbarcati sul pullman per Puno, la piccola città peruviana che si affaccia sul lago Titicaca. Una volta lì, abbiamo fatto appena in tempo ad arrivare in albergo, che tutti siamo stati male, chi a livello di stomaco e chi a livello di intestino.
Ci siamo resi conto solo la sera stessa che Pablito, la nostra guida del canyon del Colca, era riuscito a farla franca; lui, infatti, non aveva mangiato insieme a noi, ma ci aveva abbandonati al buffet per mangiare chissà quali prelibatezze non contaminate.
Da quel momento in poi abbiamo sempre (e dico SEMPRE) diffidato dei buffet!
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[…] Il boleto turistico cui si fa riferimento in questo articolo è diverso da quello acquistato per il canyon del Colca (https://www.leasytravel.it/2020/08/02/colca-canyon-e-la-ciudad-del-sexo-pt-2/) […]