Fiorentina, lampredotto e cantucci: Firenze e Pisa

E’ con questa foto di Firenze vista da Piazzale Michelangelo che voglio iniziare a raccontarvi della nostra gita in questa città d’arte e di sapori. Abbiamo trascorso 3 giorni a Firenze e nel rientrare a casa, abbiamo fatto una piccola scappata a Pisa. Abbiamo raggiunto la città in macchina e il nostro albergo, Hotel Arcadia, rimaneva proprio dietro la stazione di Santa Maria Novella. Questo hotel ci è capitato per caso, dal momento che siamo stati reindirizzati dal nostro alloggio iniziale, ma non ha deluso le aspettative: personale cordiale e disponibile, camere pulite e, soprattutto, colazione a buffet con una fantastica vista sulla cupola di Brunelleschi.

Per me è stata la prima volta a Firenze, invece Matteo ci era già stato più volte; tuttavia la piccola città non ha assolutamente deluso le aspettative che mi ero fatta: arte, cultura, visite diurne, movida notturna e soprattutto buon cibo!
UN MIX DAVVERO PERFETTO PER DUE BUONE FORCHETTE COME NOI, SEMPRE ALLA RICERCA DI COSE NUOVE DA VEDERE ED ASSAGGIARE!

Dopo una sosta all’Autogrill e un gigantesco e costosissimo panino col crudo, arriviamo a Firenze, parcheggiamo la macchina, lasciamo il bagaglio e partiamo subito ad esplorare… Superiamo la stazione ed ecco subito la nostra prima tappa: Santa Maria Novella.
La chiesa è stata iniziata intorno al 1200 e terminata definitivamente solo nel 1920 ed è il maggior simbolo del Rinascimento fiorentino; la sua facciata di marmo bianco e verde lascia senza parole e la sua simmetrica geometria la rende composta ed elegante.

L’ingresso alla chiesa è permesso solo acquistando il biglietto (€ 7,50); al suo interno si possono trovare tre navate, archi a sesto acuto ed enormi volte a crociera; inoltre, sono contenute famose opere pittoriche, come La Trinità di Masaccio (nella navata sinistra), La Natività di Botticelli (nella lunetta del portale centrale, nella controfacciata) o Crocifisso di Santa Maria Novella di Giotto (nella navata centrale).

Uscendo dalla chiesa e percorrendo il Chiostro Verde, ci siamo imbattuti in una mostra dedicata a Leonardo Da Vinci e alle sue macchine. La mostra è breve ed è interattiva… puoi giocare con date storiche, puoi imparare qualcosa sugli alberi e puoi scoprire la matematica.

Terminata la visita a Santa Maria Novella, ci siamo incamminati per le affollate strade della città, fino ad arrivare a Piazza della Repubblica.
Ormai era quasi sera, così siamo rientrati in hotel per fare la doccia e per prepararci per la cena. Avevo organizzato per Matteo una piccola sorpresa… ad entrambi piace “4 ristoranti”, programma televisivo con Alessandro Borghese; allora ho deciso di portarlo nel ristorante che aveva vinto la puntata dedicata a Firenze e alla bistecca alla fiorentina: la Trattoria Antico Fattore.

La Trattoria non è tanto grande e, per via del grande successo della trasmissione, bisogna prenotare in anticipo, soprattutto in periodi dell’anno dove Firenze è piena di turisti da tutto il mondo.
Al via le danze: pappardelle fatte in casa al ragù di cinghiale, fiorentina (alta tre dita e cotta perfettamente), fritto misto di verdure, un buon Chianti e, per finire, cantucci con vin santo.
Tutto davvero buonissimo… era una vita che sognavo di mangiare una bella fiorentina a Firenze!

Dopo la cena abbiamo fatto un giro per la città: prima davanti a Santa Maria del Fiore e il campanile di Giotto, proseguendo per Piazza della Signoria, lungo il cortile della Galleria degli Uffizi, attraversando Ponte Vecchio con i suoi negozi chiusi per giungere a Palazzo Pitti e poi tornare, stanchi e con la pancia (FORSE) un po’ troppo piena in hotel.

GIORNO 2: oggi andiamo a vedere il David di Michelangelo!

Dopo aver fatto colazione, ci siamo subito incamminati verso la Galleria dell’Accademia: è proprio qui che la famosissima statua è conservata.
Pensando, stoltamente, che a settembre inoltrato il flusso di turisti fosse un po’ scemato, abbiamo deciso di non prenotare l’ingresso… ERRORE! Vi consiglio di prenotare sempre, Firenze è una meta molto gettonata in ogni momento dell’anno.
Il biglietto intero costa 8 euro, a cui ne vanno aggiunti 4 per la prenotazione online; sempre meglio di fare ore e ore di fila.

Finalmente era il nostro turno. Nella galleria sono presenti diverse stanze, dove sono contenute numerose opere, tra le quali troviamo anche Il ratto delle Sabine e numerose Madonne con bambino.
La sfortuna di queste opere è che vengono oscurate dalla bellezza e dalla grandezza del David. La statua rappresenta un giovane uomo, ideale di bellezza, nel momento di concentrazione prima della battaglia. L’eroe biblico è rappresentato nel momento in cui si appresta ad affrontare il gigante Golia; infatti, nella mano destra, stringe un sasso che userà come arma.
La statua lascia senza parole! I dettagli sono così naturali e reali che il personaggio sembra vero; ne sono prova gli occhi, le vene sulle braccia, i muscoli scolpiti, le ciglia aggrottate e i riccioli sul capo.
Sembra proprio una persona reale, solo molto più alta… UN VERO E PROPRIO CAPOLAVORO!

Finito il giro nella Galleria dell’Accademia, si era fatta ora di pranzo. Quale miglior posto per pranzare se non il mercato centrale di Firenze?! Qui hai solo l’imbarazzo della scelta: cibo da tutta Italia e da ogni parte del mondo.
Il mercato è suddiviso in due piani che presentano numerosi chioschi, con cuochi di ogni etnia intenti a cucinare per la miriade di turisti (e non solo) che, ogni giorno, affollano lo stabile di ferro e vetro. Ogni bancarella è a sé: fai lo scontrino, ritiri il piatto e ti siedi dove trovi posto (SE lo trovi).

Noi, per restare in tema fiorentino, abbiamo deciso di assaggiare il panino con il lampredotto, ossia interiora di bovino. Io e Matteo amiamo provare cose nuove e questo piatto ci è piaciuto, anche se ha un gusto particolare, che potrebbe non piacere a tutti; tuttavia, il panino non ci bastava, allora in un altro chiosco abbiamo preso un bel piatto di pasta al ragù.
Spesa totale per due panini al lampredotto, un piatto di pasta, due bottiglie di acqua e due caffè (quello non può mai mancare): intorno ai 20€… niente a che vedere con un pranzo al ristorante!
Il mercato, indipendentemente dal posto nel mondo in cui siate, ritengo sia sempre una buona scelta: è il connubio perfetto tra prodotti tipici, cibo in abbondanza, contatto con la cultura del posto e prezzo economico.

Il secondo giorno è stato dedicato all’arte; infatti, dopo pranzo, siamo entrati nel vasto ed infinito mondo delle opere della Galleria degli Uffizi. Per entrare in questo museo puoi scegliere se prendere il biglietto singolo (20€), oppure se prendere il biglietto cumulativo per Uffizi, Palazzo Pitti e Giardini di Boboli (pass di 3 giorni a 38€). Noi, avendo in previsione il giorno successivo di vedere il secondo e il terzo, abbiamo deciso di fare il pass.
https://www.uffizi.it/biglietti

Tempo in coda: 5 minuti. Siamo subito entrati e abbiamo iniziato a seguire il percorso del museo, sotto lo sguardo attento di busti dell’antica Roma e di statue e quadri di tutte le epoche.
Negli Uffizi sono contenute opere dal valore inestimabile e dei più importanti artisti di tutto il mondo: Giotto, Tiziano, Caravaggio, Botticelli e tanti altri.

Tra le opere più famose troviamo La primavera e La nascita di Venere di Botticelli, Bacco adolescente e Scudo con testa di Medusa di Caravaggio, Annunciazione e Battesimo di Cristo di Leonardo da Vinci, Tondo Doni di Michelangelo Buonarroti, Venere di Urbino di Tiziano e Madonna del Cardellino di Raffaello.
Questa galleria è davvero immensa e dovete mettere in conto un gran mal di piedi alla fine del giro. Vi consiglio vivamente di andare a vederla non solo per cultura personale, ma anche per apprezzare la bellezza di tutte le opere che ancora oggi rendono grande l’Italia, a livello artistico, in tutto il mondo!

Era ormai pomeriggio inoltrato e, con i piedi in fiamme, siamo tornati in hotel per riposarci e sistemarci per la cena. Quella sera saremmo andati in un ristorante che ci è stato consigliato da alcuni amici: Antico ristorante Sasso di Dante.
Questo ristorante si trova in una delle vie che danno su Piazza del Duomo, dove si trovano la Cattedrale di Santa Maria del Fiore, il campanile di Giotto e il Battistero di San Giovanni.

Quella sera faceva freddo, così abbiamo deciso di mangiare all’interno; se però ci si accomoda in uno dei tavoli esterni, si può godere di una fantastica vista della facciata laterale della cattedrale e della cupola di Brunelleschi.
Il cibo non ha deluso le aspettative: dopo un antipasto di formaggi misti toscani, siamo passati alle pappardelle al ragù di cinghiale e alla tagliata di manzo.
I nostri amici ci avevano consigliato questo posto per via di uno dei dolci, ossia la torta al cioccolato, ma, essendo troppo pieni, ci abbiamo rinunciato.

GIORNO 3: Palazzo Pitti, Giardini di Boboli e arrampicata sul Campanile di Giotto.

Il nostro ultimo giorno a Firenze è stato dedicato alla zona della città oltre l’Arno. A mattina inoltrata siamo partiti a piedi e abbiamo attraversato Ponte Vecchio. Intorno alle 10, le gioiellerie e i negozi di orafi aprono e sul ponte si riversano numerosi turisti per vedere gioielli e orologi di grande valore.
Il ponte come lo vediamo oggi è stato costruito nel 1345, dopo che un’alluvione aveva distrutto il precedente. Sopra Ponte Vecchio, in particolare sopra i negozi di orafi, si può ammirare ancora oggi una parte del Corridoio Vasariano; questo, costruito da Vasari nel 1565, che era utilizzato dai membri della famiglia Medici per spostarsi da Palazzo Vecchio a Palazzo Pitti in sicurezza. Quando il corridoio fu costruito, sul ponte sorgevano le botteghe dei macellai, ma i Medici le fecero spostare, sostituendole con botteghe orafe, che tutt’oggi sono presenti e funzionanti.

Una volta attraversato Ponte Vecchio, si arriva a Palazzo Pitti. L’ingresso per il palazzo costa 20€ se preso singolo, altrimenti si può prendere il pass (vd. Galleria degli uffizi).
Palazzo Pitti è stato per molto tempo la residenza del Granducato di Toscana e ha ospitato personaggi della famiglia Medici, Asburgo-Lorena e, infine, dei Savoia.
Al suo interno si trovano gallerie e musei di diversa natura, tra le quali troviamo la Galleria Palatina, nella quale appaiono nomi di artisti illustri, e gli Appartamenti Reali.

La sfarzosità e la ricchezza delle stanze e delle opere contenute nel palazzo permette alla mente di vivere un’esperienza unica: un ritorno al passato, nel 1500, quando c’erano dame e duchi, abiti pomposi e banchetti opulenti, quando i signori, per mostrarsi, chiamavano artisti da tutto il mondo per dipingere soffitti, scolpire statue e avvolgere tutto nell’oro, quando si organizzavano balli e feste e quando si girava con le carrozze trainate dai cavalli.

Come ogni palazzo rinascimentale che si rispetti, Palazzo Pitti presenta dei fantastici giardini all’esterno. Questi sono i famosi Giardini di Boboli, uno dei maggiori esempi di giardino all’italiana nel mondo. Con questo termine si intende che il giardino è suddiviso in modo geometrico da file di alberi o siepi e che tutto ciò che vi è contenuto deve richiamare le forme geometriche e la loro semplicità.

I giardini sono davvero immensi e sono costituiti da un ampio spazio centrale, contenente una serie di scalinate, specchi d’acqua, fontane e giardini più piccoli, e degli spazi laterali, resi quasi invisibili da fitte file di alberi e che si estendono fino al Forte del Belvedere, un avamposto militare.
La fontana principale, quella che si vede nel mezzo dei giardini e raggiungendo la cima della scalinate, è La fontana del Nettuno e si trova proprio nel punto di incontro tra i due assi principali del giardino, quello che parte dalla facciata posteriore di Palazzo Pitti e quello delimitato dal Prato dell’Uccellare.

Al termine del primo asse, una volta salite tutte le scalinate dei giardini, si trova il Giardino del Cavaliere, situato sopra un bastione facente parte della fortificazione della struttura. Qui troviamo una serie di siepi basse che creano forme geometriche e al centro una piccola fontana, chiamatafontana delle Scimmie, poiché sono presenti tre piccole scimmie di bronzo alla base della stessa. Oltre a questo, si può ammirare anche il Casino del Cavaliere, una palazzina che oggi contiene una piccola mostra di ceramiche.

Quando siamo andati noi (metà settembre), la zona del Giardino del Cavaliere, purtroppo, non era ben tenuta e curata, le siepi erano secche ed erano state lasciate crescere in maniera eccessiva; nonostante questo, la visita ai giardini è stata davvero rilassante: essere immersi nel verde dona sempre una sensazione di libertà.

Terminata la visita a Palazzo Pitti e i suoi giardini, abbiamo pranzato in una trattoria situata in una vietta poco distante: il posto si chiama Trattoria La Casalinga e devo ammettere che qui ho mangiato le migliori pappardelle fatte in casa al ragù di cinghiale di tutto il week end.

Era il nostro ultimo pomeriggio a Firenze e quale miglior modo di passarlo se non salire in cima al campanile di Giotto?
Eh si… UNA SCALATA DA BEN 413 SCALINI!
Il campanile è la torre campanaria di Santa Maria del Fiore e si trova in Piazza del Duomo. La struttura esterna richiama la facciata della basilica ed è adornata da statue e bassorilievi lungo tutta la sua altezza. In totale, il campanile è alto circa 80 metri e per accedervi è necessario pagare un biglietto di 15€.

La salita toglie letteralmente il fiato, ma mai come il panorama che si può osservare una volta arrivati in cima. C’è una visuale fantastica sulla cupola del Brunelleschi (che purtroppo noi non siamo riusciti a visitare) e sulla cattedrale di Santa Maria del Fiore; una volta girato l’angolo, si apre la vista sulla città, sui suoi monumenti e sui ponti che uniscono ciò che l’Arno separa.
Questo ripaga tutta la fatica e la sudata di salire piccoli gradini in un angusto spazio.

Rimaneva giusto il tempo di prendere qualche souvenir e di fare un salto a Piazzale Michelangelo (noi ci siamo arrivati tramite autobus); da qui si può vedere lo skyline di Firenze sparire nella luce del sole al tramonto. Quel momento sapeva un po’ di tristezza… la nostra gita era già finita e bisognava tornare alla solita vita di tutti i giorni.

Piazzale Michelangelo, Firenze e Pisa

GIORNO 4: Andiamo a sorreggere la Torre pendente prima che cada!

Raccogliamo tutte le nostre cose, facciamo una colazione veloce, ringraziamo e salutiamo il signore dell’hotel e prendiamo la macchina in direzione Pisa.
Parcheggiare quel giorno è stato più facile del previsto. Ci siamo subito incamminati verso Piazza dei Miracoli per dare un’occhiata al Battistero e alla Torre di Pisa; non sembrava ci fosse in giro tanta gente, ma ovviamente ci sbagliavamo: la piazza era piena di persone di tutte le età in posa… era una gara a chi riusciva a reggere meglio la torre.
Noi abbiamo fatto un giro veloce, giusto il tempo di fermarci ad osservare i magnifici monumenti della piazza e di fare qualche foto.
Dopo abbiamo fatto una pausa pranzo a base di cecina, una buonissima focaccia di ceci, e di pasta fresca con funghi e salsiccia, e siamo tornati a casa.

Consiglio queste fantastiche città a chi ha un week end libero e non sa come sfruttarlo; sono piene d’arte, di cultura, di vita e di buon cibo, sono città invidiate in tutto il mondo e sempre affollate da turisti di tutte le nazionalità; sono città che conquistano il cuore, che riempiono gli occhi di una grande bellezza e che possono anche togliere il fiato!
Firenze e Pisa hanno un’atmosfera magica e surreale. Sono davvero contenta di come abbiamo passati questi giorni, di quello che abbiamo visto e di tutto quello che abbiamo assaggiato e provato di nuovo!
UNO DEI MIGLIORI REGALI CHE MATTEO POTESSE FARMI!

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